Conferenza “Pavel Florenskij: Fede, Scienza, Martirio”

Sabato 17 Marzo ore 18:00

Pavel Aleksandrovič Florenskij è una delle figure più significative e sorprendenti del pensiero religioso russo, oltre ad essere stato anche filosofo, matematico e presbitero.

Figlio di un ingegnere, si laureò in matematica all’Università di Mosca nel 1904 ed in seguito iscritto all’Accademia teologica, si laureò in teologia nel 1908. Ordinato sacerdote ebbe una intensa produzione letteraria pubblicando vari saggi finchè, nel 1914, uscì quello che è universalmente considerato il suo capolavoro “La colonna e il fondamento della verità”. Le dodici lettere raccolte in questo libro, dedicato alla Chiesa, rappresentano un’opera altamente originale. Il testo ricco di ispirazione poetica, tratta di riflessioni conseguenti alle sue esperienze.

Venne definito il «Leonardo da Vinci russo». Matematico, fisico, inventore, teologo, filosofo, linguista e ricercatore, fu deportato in Siberia per aver difeso la libertà spirituale dell’Uomo e la fede cristiana. Morì l’otto Dicembre 1937 nei pressi di Leningrado.

Alla memoria di questo gigante dell’ascesi Tommaso Palamidessi dedica il suo trattato sulla “Veglia perenne” Il Labirinto dei Sogni e la Veglia Perenne, Trentottesimo Quaderno della collana archeosofica.

A partire dal 1991, in seguito all’apertura degli archivi segreti del KGB, vennero riportati alla luce e consegnati alla famiglia, dopo oltre cinquant’anni di mistero sulla sua fine, i documenti dell’infame accusa ordita contro di lui. Dopo una prima resistenza, venuto a conoscenza del fatto che la sua confessione avrebbe consentito la liberazione di alcuni suoi compagni dall’inferno del gulag, padre Pavel accettò le false imputazioni: liberamente scelse di sacrificare se stesso e di donare la propria vita per rendere possibile la salvezza di altri fratelli.

Con lucida consapevolezza, poco prima di essere ucciso, padre Pavel scrisse in una delle commoventi lettere alla famiglia: «Il destino della grandezza è la sofferenza, quella causata dal mondo esterno e la sofferenza interiore. Così è stato, così è e così sarà […]. È chiaro che il mondo è fatto in modo che non gli si possa donare nulla se non pagandolo con sofferenza e persecuzione. E tanto più disinteressato è il dono, tanto più crudeli saranno le persecuzioni e atroci le sofferenze. Tale è la legge della vita, il suo assioma fondamentale […]. Per il proprio dono, la grandezza, bisogna pagare con il sangue» (Lettere dalle Solovki, 13.2.1937, “Non dimenticatemi”).

La “grandezza” alla quale si riferisce il filosofo russo implica il dono nell’amore “fino alla fine” (Gv 13,1), questo evangelico «dare la vita per i propri amici» è motivato da Florenskij stesso come tratto costitutivo della personalità del giusto.

Nel suo testamento spirituale scritto negli anni ’20 troviamo queste parole: «Osservate più spesso le stelle. Quando avrete un peso nell’animo guardate le stelle o l’azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, quando qualcosa non vi riuscirà, quando la tempesta si scatenerà nel vostro animo, uscite all’aria aperta e intrattenetevi da soli col cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete».

Semplici parole con le quali il grande russo ci esorta a contemplare il mondo come un insieme, osservando il cielo non come spettatori lontani ma come protagonisti, e ad aprire il proprio cuore a ciò che ci appartiene. Florenskij espresse in queste poche righe tutta la sua umiltà di padre, di uomo, di prete, di scienziato di filosofo e di patriota esortando i propri figli a riscoprirsi parte di un progetto più grande.

Vi aspettiamo per raccontarvi di questo personaggio molto particolare e molto carismatico cercando di riflettere sul suo messaggio e sul senso del sacrificio.

Appuntamento con Simone Daddi studioso e ricercatore, sabato 17 marzo alle ore 18,00 presso la sala conferenze di Piazza Ungheria 6, interno 3. L’ingresso è libero ma è richiesta una cortese puntualità.

Relatore: Simone Daddi