Conferenza Tarocchi I: le 22 Lame

mercoledì 20 marzo, ore 21:00

Se ci capitasse di prendere in mano un mazzo di tarocchi e ci soffermassimo nell’analisi di ciascuna carta, ne vedremmo delle belle.

Voltiamo la prima, il bagatto: un mago che indossa un cappello a forma di otto rovesciato, simbolo dell’infinito, sta operando una magia su di un tavolo con tre gambe, usando quattro elementi: bastoni, coppe, spade e denari.

Che magia è mai questa? Che stranezze sono disegnate?

La seconda carta non è da meno: una misteriosissima sacerdotessa velata siede su un trono a forma di sfinge, ha in mano un libro socchiuso, forse segreto, e nell’altra mano tiene due chiavi: una d’oro e l’altra d’argento… Cosa vuole dirci? Perché tutto questo mistero?

La ricerca delle chiavi del simbolismo dei tarocchi è una via, ma anche un labirinto. E ci si potrebbe perdere inseguendo le interpretazioni tradizionali, quelle psicologiche, quelle antropologiche, con il serio rischio di errori, divagazioni, congetture, complicazioni e astrazioni. Sull’argomento, infatti, sono stati scritti centinaia di libri, alcuni storici ma la maggior parte dedicati al disvelamento dei simboli e alla risoluzione dell’enigma delle 22 lame (questo il nome originale).

Certo, le domande aperte sono molte. Perché in ciascuno dei 22 arcani maggiori vi sono così tanti elementi simbolici? Perché, anche se da sempre osteggiati come gioco e come carte divinatorie, li ritroviamo raffigurati persino nelle chiese? Come hanno potuto resistito nel corso dei secoli? Chi li ha ideati? Con quale scopo?

Una tradizione li farebbe risalire agli albori della civiltà umana, all’antico Egitto, quando tutto ciò che si faceva doveva procedere da un aspetto sacro e mistico. Tutto l’Egitto dei Faraoni: l’arte, l’architettura, la poesia, la scienza, è un immenso inno alla celebrazione della grandezza degli dei.

In questo senso le 22 lame di Thot, cioè gli antenati dei nostri 22 arcani maggiori, avrebbero avuto la funzione di indicare al Faraone gli strumenti e il percorso per avvicinarsi a Osiride.

Partendo da questa interpretazione verranno trattati, uno ad uno, tutti gli arcani maggiori, per cominciare a portare alla luce l’itinerario nascosto sotto questi simboli.

Ne parleremo con Dario Patriarchi mercoledì 20 marzo alle ore 21 presso la sala conferenze di Piazza Ungheria 6, interno 3. Ingresso libero.